Descrizione
Essendo Rassa una valle molto ricca di legname si conta che sul territorio fossero presenti molteplici segherie nei primi anni dell'ottocento. Quella interamente conservata ed aperta al pubblico come museo è La Rèšga d'i Brašèi è situata sulla riva destra della Sorba all'altezza del centro di Rassa, poco a valle della confluenza della Gronda, ed è collegata al paese dal pùnt d'i Pavaràj. Fu attiva fino agli anni 80 e recentemente è stata restaurata per essere aperta come ecomuseo. L’edificio è costituito da vari piani: il sottotetto serviva da deposito; nel piano sottostante si ponevano a stagionare le tavole segate; al piano terreno si svolgevano le attività principali; al piano inferiore sono situati i complessi meccanismi (ruote, cinghie, leve e ingranaggi in legno) che permettevano di far funzionare le 4 macchine (seghe al piano terreno e tornio al piano inferiore) sfruttando l'acqua di una roggia alimentata dalla Sorba.
Un altro documento sulle segherie è quello che riporta i risultati del censimento effettuato nel 1880 a Rassa sulle seghe meccaniche impiantate nel Comune. Da esso risulta che a quell’epoca vi erano a Rassa ben sei segherie.
Una di proprietà del Comune, esistente da epoca remota sulla sponda destra del torrente Sorba, era gestita da Giacomo Gilardone. Questi era anche proprietario ed esercente di altra segheria (la più importante del territorio, sviluppando una forza motrice di 8 cavalli dinamici), funzionante nello stesso luogo dal 1862, e delle segherie di Pian Molini e di Concrenno, la prima risalente al 1800, la seconda ad epoca remota. Un altro impianto, di proprietà Patrosso ed esistente dal 1800 era situato al Campello: era diretto da Antonio Defabiani. L’ultima segheria era quella del Gabietto in Val Sorba, risalente ad epoca remota, gestita a quel tempo da certi Tocchio e Defabiani. Questi dati documentano che si era in presenza di un'attività di entità tutt'altro che trascurabile in un paese di poche centinaia di abitanti.
Una di proprietà del Comune, esistente da epoca remota sulla sponda destra del torrente Sorba, era gestita da Giacomo Gilardone. Questi era anche proprietario ed esercente di altra segheria (la più importante del territorio, sviluppando una forza motrice di 8 cavalli dinamici), funzionante nello stesso luogo dal 1862, e delle segherie di Pian Molini e di Concrenno, la prima risalente al 1800, la seconda ad epoca remota. Un altro impianto, di proprietà Patrosso ed esistente dal 1800 era situato al Campello: era diretto da Antonio Defabiani. L’ultima segheria era quella del Gabietto in Val Sorba, risalente ad epoca remota, gestita a quel tempo da certi Tocchio e Defabiani. Questi dati documentano che si era in presenza di un'attività di entità tutt'altro che trascurabile in un paese di poche centinaia di abitanti.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
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Pubblicazioni | Peco L., Dopola bufera napoleonica. Restaurazione e Provincia di Valsesia, Zeisciu, Magenta (1993) Molino G., Campertogno. Storia e tradizioni di una comunità dell'alta Valsesia. Centro Studi Zeisciu, Magenta (2006) Molino G., Rassa e le sue valli. Ambiente, storia e tradizioni. Zeisciu, Magenta (2006) |
Modalità di accesso
Su prenotazione allo 016377287